Il tempo è galantuomo (di Anna Piratti)

Un minuto dopo aver accettato l’invito a partecipare alla prima edizione del TEDxVicenza ho pensato: ‘E adesso?…’

Il problema era l’Olimpico. Il Teatro Olimpico di Vicenza! Un obiettivo sensibile. Il più antico teatro coperto del mondo, uno spazio che ho studiato e amato, sinonimo di qualità, di bellezza… Provavo un lieve senso di vertigine. Pensare all’Olimpico ha condizionato il modo in cui ho preparato il mio intervento. Un luogo così meraviglioso esigeva il mio massimo impegno.

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Nei mesi di preparazione ho conosciuto un po’ alla volta i miei coach, attraverso telefonate e Skype call, li ho incontrati poi di persona a un mese dall’evento. Cominciavo a percepire un certo stile, direi un approccio al lavoro che mi entusiasmava. Avevo una certa sensazione.  Ma mi sono tenuta alla larga dalla tentazione che la sensazione si trasformasse subito in opinione. Meglio aspettare, mi sono detta. Ci siamo: è la vigilia del grande giorno. Incontro gli altri speaker per la prima volta. Simpatizzo e facciamo conoscenza. Fervono i preparativi, i volontari dello staff di TEDx Vicenza si occupano di noi e di tutto il resto.

C’è adrenalina nell’aria ma l’atmosfera appare ugualmente quieta.

L’indomani sono sulla soglia dell’Olimpico, l’istante indimenticabile: il mio coach mi mette una mano sulla spalla, la solleva quando chiamano il mio nome. È ora!

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A distanza di qualche tempo posso confermare che quella prima sensazione era giusta.  Quello che intuivo, al quale non riuscivo ancora a dare un nome, si chiama coerenza. Sotto l’egida del tema Planting the seeds la commissione ha messo insieme nomi con background e professioni diverse, molto lontane tra loro, con l’evidente intento di creare un terreno di scambio e proliferazione umana e intellettuale.

Il seme più prezioso a mio avviso è stata dunque la selezione degli speaker, l’aver messo insieme quei cervelli e quelle sensibilità.

Per quanto mi riguarda è stata una straordinaria occasione, direi unica nel suo genere, di venire a contatto con persone con una formazione in alcuni casi diametralmente opposta alla mia.

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In un’epoca di segmentazione del sapere e di super specializzazione, potersi incontrare in un luogo sacro del patrimonio artistico italiano per raccontare la propria ricerca, ascoltare quella degli altri e condividere impressioni e idee, è un’ occasione preziosa.

Poiché se è certamente vero che possiamo connetterci ovunque e con chiunque è anche vero che ciò avviene perlopiù virtualmente ed esclude certe finezze.

Volete mettere una chiacchierata con Chiara Montanari sedute sul muretto, sventolando la brochure del TEDx perché faceva un caldo torrido?

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Un incontro come questo sta già dando i suoi frutti. E molti altri stanno germogliando.

L’edizione Plainting the seeds non si è dunque conclusa, è semplicemente iniziata.

Vi invito a stare vigili, a tenerci d’occhio e a seguirne i futuri sviluppi.

Non c’è fretta.Il tempo è galantuomo.

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(Articolo di Anna Piratti per TEDxVicenza)

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