In occasione del compleanno di Luciano Canova, speaker di TEDxVicenza 2016, oggi 18 Maggio proponiamo la lettura della sua dedica post-evento Play.Pause.Restart>
Quando sono stato contattato per TedX Vicenza, ho subito gioito ed esultato: un TED, che meraviglia! E’ la massima aspirazione per chi prova a fare divulgazione scientifica. Ma l’esperienza di sabato (7 Maggio 2016 n.d.r.) non ha confermato le aspettative. Le ha letteralmente detonate! Non ci sono parole, e normalmente cerco di trovarne sempre tante, per descrivere il senso di gratitudine ed energia che ho accumulato in questa due giorni così intensa.
TED è stata palestra sotto mille aspetti: prima di tutto in quello che possiamo chiamare back office, perché condensare un messaggio efficace e compiuto in 10 minuti non è semplice nè immediato. Nè è un lavoro solitario.
TED è proporre un’idea, accudirla, ma anche saper ascoltare gli altri e, se necessario, metterla in discussione.
TED inoltre è stata la possibilità di prepararsi a un evento incredibilmente diverso dalle mie solite ‘lezioni’ in università o altrove. Stare su un palco con di fronte 1000 persone è un’emozione indescrivibile. Ti senti rock star anche se stai parlando, come nel mio caso, di prodotto interno lordo.
La gioia che ti lascia dentro il TED è incontenibile, quasi vergognosa.
TED è un ente di relazioni, come Borges diceva dei libri: sia per l’enorme e mai troppo apprezzato lavoro del team meraviglioso che, con passione, sta dietro a un evento simile; sia per la possibilità di incontrare storie straordinarie e, con esse, le persone che stanno dietro a quei racconti.
TED riproduce, in analogico, le possibilità della rete: quando cominci a navigare e, serendigitando (o serendipitando), finisci in una pagina che non sospettavi esistesse prima.
Qui è lo stesso: parti con l’idea di parlare di indicatori di felicità e ti ritrovi insieme a un ragazzo che è appena tornato da una corsa di 4300 km su su fino a Capo Nord.
La gioia che ti lascia dentro il TED è incontenibile, quasi vergognosa, come la felicità che ho augurato al pubblico di Vicenza: un tempo si diceva che una volta all’anno è lecito impazzire, ma TED è un continuo pigiare sul Restart dei sogni. E’ davvero sempre un inizio.
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